(da Porto e Interporto, numero Dicembre 2019)
Il futuro prossimo della transizione energetica sarà variegato. Non emergerà una soluzione unica ma piuttosto una combinazione di fonti e di tecnologie che si adatteranno alle caratteristiche peculiari dei vari settori economici. È quanto segnalato dall’ultima edizione del World Energy Outlook dell’IEA (International Energy Agency) secondo cui entro il 2040 le fonti a basse emissioni di carbonio saranno monopolizzate dal fotovoltaico (metà della produzione) e dal LNG (per un terzo). Con un ritmo di crescita del fabbisogno totale di energia dell’1% previsto nel prossimo ventennio il gas naturale liquefatto rivoluzionerà in particolare il settore dei trasporti, l’unico in cui la domanda specifica di questa materia prima risulterà in aumento costante nel periodo preso in considerazione (2020-40). Tra i fattori che alimenteranno questo trend nel comparto marittimo, senza dubbio l’entrata in vigore, a partire dal prossimo anno, dell’obbligatorietà dell’uso di carburanti a basso tenore di zolfo. Decisione, in linea con gli indirizzi degli Accordi di Parigi, che ha indotto l’industria dello shipping a puntare in modo sempre più deciso verso la propulsione a gas. Risolti (o in via di risoluzione) i principali problemi tecnologici legati all’installazione di serbatoi che sono più grandi di quelli tradizionali, segmenti importanti come il trasporto container e passeggeri, sia di linea sia crocieristico, hanno imboccato questo sentiero. Basta pensare, ad esempio, alle 18 unità portacontainer in costruzione per CMA CGM o alla recente consegna della Costa Smeralda, prima ammiraglia del gruppo Costa Crociere a sfruttare la propulsione a gas.
Un cambiamento radicale che riguarderà anche gli equipaggi, chiamati a confrontarsi con le nuove esigenze che emergeranno, a tutti i livelli, dalla gestione di processi operativi inediti. È in quest’ottica che IMAT – Italian Maritime Academy Technologies ha avviato uno specifico percoso di formazione ed addestramento per il personale marittimo in servizio su navi soggette al Codice IGF – Gas Naturale Liquefatto. Il nuovo corso, così come delineato dal Decreto 875/2017 del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, definisce il perimetro delle conoscenze e dell’addestramento necessari in materia di gestione e funzionamento dei sistemi basati su gas o altri combustibili con basso punto di infiammabilità nonché la conoscenza dei relativi aspetti di sicurezza, emergenza e protezione ambientale correlati alle fasi di movimentazione, stoccaggio e utilizzo degli stessi combustibili.
“L’esigenza di una preparazione specifica per gli equipaggi chiamati a confrontarsi con tutti gli aspetti operativi legati all’applicazione di questa nuova tecnologia è stata codificata per tempo dall’IMO,” spiega Fabrizio Monticelli, Amministratore Unico di IMAT – Italian Maritime Academy Technologies. “La nuova offerta formativa, seguendo un’impostazione comune a tutti i nostri corsi, punta a dotare il marittimo delle competenze previste in materia, fornendo al contempo un portafoglio di conoscenze ulteriori che permettano di interpretare al meglio i cambiamenti del contesto operativo complessivo”.
Destinato a comandanti, direttori, ufficiali, comuni e ad ogni altro personale che presta servizio a bordo di navi soggette al codice IGF l’addestramento è articolato in un corso base di 24 ore (8 ore di lezioni per tre giorni complessivi), uno avanzato di 40 ore (cinque giorni complessivi) e nei rispettivi “corsi refresh” previsti ogni cinque anni. L’iter per la certificazione, prevede al termine di una serie di verifiche tecniche tre aree specifiche di conoscenze, addestramento e test: teorico-concettuali, tecnico-pratiche, simulazioni, con esercitazioni ad hoc. Quest’ultimo punto, in particolare, è stato al centro di un intenso lavoro di implementazione del software di supporto condotto in collaborazione con Wartsila, partner strategico dell’IMAT.
“Uno sforzo comune per rispondere alle specifiche tecniche dettate dal Ministero (tra queste, la simulazione delle operazioni relative al bunkeraggio a mezzo truck, bettolina e on shore facility, ndr) che conferma la capacità delle nostre policies di rispondere in modo flessibile, efficiente e tempestivo alle esigenze dell’industria dello shipping,” sottolinea Monticelli.