(dal Supplemento-numero 6 Novembre-Dicembre 2019 TTM)
La progressiva differenziazione delle unità navali iniziata nel secondo dopoguerra, sia per soddisfare le richieste di spostamento di persone e di merci diverse, sia per rendere più efficienti i tempi operativi nei porti, ha registrato una accelerazione esponenziale nell’ultimo mezzo secolo.
Lo shipping, a partire dalla rivoluzione del container e dalle successive evoluzioni che hanno investito il settore bulk carrier, ro-ro ed energetico, è diventato un fattore centrale di connessione dei processi produttivi globali. La trasformazione e la specializzazione delle unità navali si è riverberata in modo radicale anche sul lavoro marittimo, con la necessità da parte delle compagnie armatrici di poter contare su equipaggi adeguatamente formati e in grado di supportare in modo efficiente tutte le operazioni di bordo con le relative
specificità. L’ambito peculiare dell’addestramento delle gente di mare è regolato internazionalmente dalla Convenzione STCW (Standards of Training, Certification and Watchkeeping for Seafarers) che stabilisce standard di formazione, certificazione e tenuta della guardia per i marittimi. Adottata nel 1978 ed entrata in vigore nel 1984
la STCW (il cui Codice prevede sia disposizioni obbligatorie sugli standard di addestramento sia raccomandazioni) è stata emendata nel 1995 e nel 2010 proprio per rispondere ad un contesto di riferimento in rapidissima mutazione. L’adozione delle nuove tecnologie digitali, l’emergere di processi operativi sempre più integrati, il cambio di prospettiva dettato da una nuova sensibilità in tema di sostenibilità impone, infatti, anche in questo segmento peculiare dell’indutria armatoriale il paradigma del “life long learning”.
È attorno a queste coordinate che IMAT incentra la sua attività, avviata nel 2005, con l’obiettivo di creare un centro di formazione per marittimi all’altezza del grande patrimonio marinaresco italiano. Concepito come un nautical college vanta un team di professionisti che assicurano grazie continuo aggiornamento la migliora esperienza di apprendimento possibile attraverso un moderno simulation complex composto da 3 avanzati simulatori di coperta, 2 simulatori di macchina, oltre 230 workstations in rete, una vasta area antincendio con la riproduzione dei locali di una tuga di oltre 40 metri ed una piattaforma galleggiante per l’addestramento ai mezzi di salvataggio.
A fare la differenza rispetto alle sfide del presente – e di un futuro in cui sempre più i cambiamenti viaggeranno ad una velocità superiore a quella delle regolamentazioni internazionali – è però il ribaltamento copernicano concepito attorno alla figura del marittimo come “asset strategico” del cluster. Se la domanda risiede nella necessità di adeguare continuamente il sistema di conoscenze e competenze allora diventa necessario costruire metodologie, strumenti e contenuti adeguati alla bisogna. Da qui l’impegno per la costruzione di un’alleanza strategica tra marittimi, compagnie, centri di formazione e autorità in grado di assicurare una crescita complessiva a tutto il sistema. E’ interesse condiviso di tutto il comparto che i marittimi possano contare su un portafoglio di competenze spendibili su un contesto globale, le compagnie marittime su un sistema di certificazione delle competenze in grado di interpretare i cambiamenti in modo fluido, i centri di formazione sul riconoscimento di un servizio in linea con i bisogni effettivi e le autorità su strumenti di studio e analisi che favoriscano il dialogo sui tavoli istituzionali nazionali e internazionali.#
(A cura di Fabrizio Monticelli – Amministratore unico IMAT)