IMAT sta puntando con decisione ai mercati esteri. Le motivazioni di una scelta strategica e l’arrivo di un nuovo CMS nel colloquio con Nello Mazzella
La presenza internazionale di IMAT cresce progressivamente. E non a caso. Le scelte di fondo coerenti con un mondo della formazione marittima che si globalizza sono state premiate anche fuori dall’Italia. Tanto che il Centro, oltre la collaborazione con importanti player commerciali, ha visto riconosciuto e confermato negli ultimi anni il suo ruolo in seno alle principali organizzazioni mondiali di settore. Coinvolto pienamente in questo profondo processo di internazionalizzazione, Nello Mazzella, responsabile dei rapporti istituzionali dell’Academy, presenzia entrambi i lati della barricata, interfacciandosi sia con le associazioni, gli enti e le autorità estere sia con quelle italiane.
In che modo state affrontando la sfida dell’internazionalizzazione?
IMAT ha scelto una impostazione precisa: intercettare le esigenze di un mercato sempre più globale attraverso la ricognizione delle necessità formative, siano esse relative ai lavorativi marittimi comunitari o extracomunitari. La consapevolezza di poter articolare risposte flessibili rispetto ai vari ordinamenti si è così fatta spazio presso varie le amministrazioni nazionali. Piani di sviluppo ambiziosi e in linea con gli ultimi sviluppi tecnologici, attrezzature all’avanguardia e un know how specialistico sono i cardini di un modello operativo sempre più apprezzato al di là dei confini della penisola.
Ad oggi con quali amministrazioni estere collaborate?
Bandiere di primo piano come Malta e Bahamas hanno già scelto il nostro Centro per la formazione del personale navigante. Recentemente rappresentanti delle autorità portuali libiche ci hanno fatto visita per capire come aprire un canale di collaborazione. Questo ci spinge a continuare lungo il sentiero tracciato: siamo convinti che la presenza sui mercati internazionali costituisca uno degli asset su cui puntare per il futuro.
E in Italia?
Per quello che riguarda la formazione “obbligatoria”, l’interlocuzione principale avviene, ovviamente, verso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Per gli addestramenti non obbligatori ma “altamente raccomandati”, invece, lavoriamo in stretta sintonia con le principali imprese armatoriali, con lo scopo di garantire, attraverso i nostri corsi, sicurezza, efficienza e competitività agli equipaggi che costituiscono il cuore pulsante delle nostre flotte. Il principio inderogabile rimane: non assegnare a nessuno un lavoro senza prima formarlo adeguatamente.
IMAT ha realizzato una nuova versione di CMS. Di cosa si tratta?
Il Competence Management System è uno strumento “tailor made” per il monitoraggio nel tempo delle competenze del personale navigante. Nello specifico, si tratta di un software la cui proprietà intellettuale è totalmente di IMAT. Si tratta di uno strumento, la cui architettura estremamente flessibile, permette, a seconda delle esigenze operative particolari della compagnia di navigazione, di analizzare il livello di competenza del lavoratore marittimo la cui sintesi si traduce in un in rapporto di risk assesment.
Come funziona concretamente?
Attraverso una serie di dati raccolti viene definita la mappatura delle competenze del singolo marittimo. Definiti gli obiettivi complessivi da raggiungere entro un determinato lasso di tempo si individuano dal database in possesso le criticità da risolvere attraverso lo sviluppo di training personalizzati. L’obiettivo, infatti, non è discriminare il marittimo ma metterlo in condizione di allinearsi al livello media della company: più si maturano e si verificano le competenze più si abbassano i livelli di rischio.