Competitività e sostenibilità del settore portuale sono obiettivi strettamente collegati.
Il futuro degli scali italiani dipenderà anche dall’efficienza dei loro sistemi di gestione, chiamati a coordinare una struttura operativa che, tra innovazione tecnologica e nuove specializzazioni, vede la progressiva integrazione di tutti gli attori della filiera.
In questo quadro IMAT è da anni impegnata nella messa a punto di strumenti utili non solo alla valutazione delle procedure operative ma anche delle capacità di chi è chiamato a metterle concretamente in atto. Gli sforzi sono stati concentrati, in particolare, nello sviluppo di meta-database funzionali all’analisi e all’indagine sui fabbisogni e le necessità del settore, primo passo verso la realizzazione delle azioni strutturate.
Il modello di lavoro, già sperimentato in collaborazione con alcune AdSP, prevede l’interazione tra progettazione, istruttori-operatori portuali, tecnologie per simulazioni funzionali ed integrabili con i processi, soggetti terzi responsabili delle certificazioni. L’obiettivo è un coordinamento orizzontale delle azioni su tutta la realtà del porto attraverso la valutazione delle #competenze complessive di chi si muove nello spazio delle operazioni.
Un salto qualitativo che porti dal concetto di “port assesment” alla definizione di “Competence Management System” delle aree portuali.
Di questo (“Port assessment: tecniche, tecnologie e competenze per la competitività dei porti italiani”) tratterà l’intervento di Fabrizio Monticelli, Amministratore unico di #IMAT, nel corso del webinar di #Assiterminal, previsto il prossimo 18 dicembre, “Strumenti di gestione per la sostenibilità e operatività dei terminal portuali: efficacia e impatti aziendali, non solo sicurezza”.