(dal numero 2 Marzo-Aprile 2020 TTM)
Nel momento in cui questo numero va in stampa COVID-19 tiene ancora sotto scacco il mondo con gravi ripercussioni umane, sociali ed economiche. Se è presto per tirare le somme di questo devastante tsunami, cerchiamo tuttavia di capire come il mondo dello shipping, nelle sue svariate componenti, si appresta ad affrontare un’emergenza che si preannuncia lunga e difficile. A tal proposito, l’Amministratore unico di IMAT (Italian Maritime Academy Technologies), Fabrizio Monticelli ha accettato di rispondere alle nostre domande.
Quanto incide lo stop delle attività formative per una realtà come la vostra?
Il blocco delle attività formative ha coinciso con un calendario particolarmente affollato. L’aumento del flusso di richieste di rinnovo del primo quinquennio di certificazioni previste dalla Convenzione STCW, in scadenza l’anno prossimo, ci aveva già impegnato con una serie di investimenti supplementari per rispondere alle molte compagnie che avevano deciso di anticipare di qualche mese le procedure. Una situazione che, combinata con tutte le misure restrittive prese a livello internazionale per combattere la pandemia, ha messo, tra l’altro, seriamente a rischio l’operatività della nostra flotta. Di fatto la scadenza delle atte-stazioni IMO e dei certificati di competenza di molti marittimi avrebbe potuto bloccare gli avvicendamenti degli equipaggi.
La criticità, anche grazie all’impegno di tutto il cluster dello shipping, è stata risolta con una proroga temporanea delle documentazioni. Quando la situazione ritornerà alla normalità bisognerà recuperare il tempo perduto della precedente programmazione dei calendari, oltre ad assorbire tutte le richieste post proroga. Bisognerà affrontare un notevole sforzo organizzativo che è stato già avviato.
Quali opportunità in modalità remota possono essere sviluppate con l’ausilio delle tecnologie?
La natura specifica della nostra attività prevede la certificazione di abilità pratiche, dai campi antincendio ai simulatori, che devono per forza essere effettuati sul campo. Altro discorso per i corsi prettamente teorici. In quel caso la formazione a distanza rappresenta un’ottima alternativa. Non a caso abbiamo già sviluppato, ottenendo per primi in Italia le relative autorizzazioni, moduli di insegnamento online per i corsi direttivi. Sul medio lungo periodo, lo sviluppo di tecnologie come la realtà aumentata, potrebbe rivoluzionare il campo. Ma servono investimenti e visione strategica da parte di tutti i soggetti in campo.
Dal suo punto di vista, preoccupa di più la criticità del presente o il futuro quando si dovrà ripartire?
I maggiori osservatori economici indicano un forte rischio di recessione, con una conseguente crisi di liquidità. Anche nel settore della formazione marittima serviranno misure di supporto finanziario per agevolare la certificazione degli equipaggi. All’inizio dell’anno ci eravamo già mossi autonomamente con iniziative di agevolazione ma è chiaro che, considerando la gravità del quadro generale, c’è bisogno di risorse maggiori. L’ideale sarebbe attingere al Fondo Sociale Europeo per creare, come chiediamo da tempo, plafond finanziari in grado di sostenere le esigenze dei lavoratori del mare. Il punto di partenza per l’erogazione di voucher direttamente spendibili dal singolo marittimo e di cofinanziamenti, parametrati al numero della forza lavoro, per le compagnie che investono in formazione.
Angelo Marletta